Venezia: "No al passaggio delle grandi navi in laguna"

Non soltanto inquinamento. Il passaggio delle grandi navi danneggia e distrugge. Dopo la tragedia della Costa Concordia, associazioni e comitati cittadini a Venezia tornano a denunciare i pericoli derivanti dal passaggio delle navi nel cuore della laguna e chiedono regole più stringenti per evitare altri disastri.

Venezia:
Estromettere le grandi navi dalla laguna. È questo che chiedono da tempo e a gran voce le varie associazioni sorte a Venezia in questi anni, attraverso manifestazioni, comitati e perfino interrogazioni parlamentari. Il rischio paventato dalle associazioni per la presenza delle grandi navi nel cuore della città ha trovato una drammatica conferma nella tragedia della Concordia. È dal 2006 che l'associazione Ambiente Venezia e il Comitato No grandi navi-Laguna bene comune portano avanti una campagna di informazione e mobilitazione per difendere Venezia e la sua laguna dall'impatto devastante delle grandi navi. I rischi, soprattutto per la salute, causati da questi ecomostri galleggianti, erano stati messi nero su bianco da un dossier ricchissimo di dati pubblicato a dicembre 2011 e diffuso anche da un'inchiesta del settimanale L'Espresso. Polveri sottili, ossido di azoto, biossido di zolfo, carbonio e idrocarburi: una nave da crociera, inquina in media come 14 mila automobili. Studi americani prevedono che solo per il 2012 saranno 84 mila le morti causate dai fumi delle navi. E soltanto a Venezia ne passano almeno 2000 l'anno. Il numero è cresciuto in maniera esponenziale dal 2005 in poi. Non solo inquinamento. Il passaggio delle grandi navi danneggia e distrugge. I risucchi e le pressioni causate dallo spostamento di migliaia di tonnellate di acqua starebbero provocando infatti danni irreversibili a rive, sponde, fondamenta, case e monumenti oltre che al suo fragile ecosistema. Autorità portuale, istituzioni ed enti locali hanno finora minimizzato il problema in nome di un non ben chiaro vantaggio economico derivato dal passaggio dei croceristi in laguna, anzi, ci sarebbe perfino in progetto lo scavo di un enorme canale per portare le navi ancor più nel cuore della città. Ma per i comitati è ora più che mai necessario procedere ad indagini epidemiologiche e studi approfonditi che valutino i reali danni dovuti allo spostamento dell'acqua, alla perdita di sedimenti, alle vibrazioni, all'inquinamento atmosferico, acustico e non da ultimo quello elettromagnetico, causato dai radar. E soprattutto secondo i comitati bisogna stilare regole stringenti, ciò che in fondo è mancato sinora e che forse è all'origine del disastro della Concordia all'isola del Giglio. Prima che la tragedia si ripeta.

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