Un 'non senso' in un mondo in crisi: educare alla gioia

Apre oggi una nuova e interessante rubrica curata da Antonella Verdiani, esperta di educazione integrale come 'Educazione alla Gioia'. Un tema che tocca davvero delle corde fondamentali per i tempi che stiamo vivendo. "La gioia, come la felicità - dice Antonella - è un diritto degli individui e il compito dell’educazione, oggi dimenticato, è quello di farci riconnettere alla nostra vera natura di esseri responsabili, creativi, liberi". 'Educare alla Gioia', esiste anche come modulo di formazione per insegnanti, genitori e ragazzi. Buona lettura!

Un 'non senso' in un mondo in crisi: educare alla gioia
La crisi che il mondo sta attraversando è analizzata al quotidiano da esperti e specialisti in ogni disciplina: dai clashes economici all’inquinamento ambientale passando dalla perdita di valori etici, siamo oggi super informati, aggrediti e spesso oppressi dalla massa di dati, teorie e predizioni, di preferenza catastrofiche, che gli scienziati producono per allertare la specie umana e il suo pianeta. La ragione direbbe che è giunto il momento per gli esseri umani di rifugiarsi sotto terra, di ammassare riserve di cibo nei bunkers o magari di prepararsi ad una evacuazione di massa verso altri pianeti... Ciò che propongo qui è invece di non cedere alla visione pessimistica, di non seguire unicamente la voce della ragione scientifica (seppur necessaria), ma con un vero capovolgimento di logica, di cogliere l’opportunità [1] che ci è offerta dalla crisi per integrare nella nostra vita un valore che sembra essere dimenticato dagli umani, quello della gioia. In questo viaggio della speranza, l'educazione può svolgere un ruolo fondamentale a condizione che si riappropri del suo ruolo nell’evoluzione della specie, quello d’iniziatrice. La scuola va male e le riforme ministeriali che si succedono una dopo l'altra nei nostri paesi occidentali sembrano impermeabili a qualsiasi innovazione che tenga conto della dimensione esistenziale degli individui (studenti e insegnanti), negligenza che potrebbe essere considerata come una delle molte ragioni dell’attuale disagio. Vi è poi la crescente frammentazione della conoscenza in miriadi di discipline: da 50 specializzazioni nel 1950, siamo arrivati a 8000 nel 2000 [2]. In queste 'torri di Babele' che sono diventate oggi le nostre scuole ed università, gli studenti sono abituati a concentrare tutta la loro attenzione sulle discipline che studiano la realtà attraverso una lente d’ingrandimento, analizzandola da diverse angolazioni. A forza di focalizzare la mente su degli aspetti separati della realtà, gli studenti imparano ad interpretarla come un insieme di pezzi di un puzzle non ricomposto, una realtà 'destrutturata'. L'università in particolare, si dirige verso una frammentazione del sapere, un sapere che diventa sempre più 'esoterico ed anonimo' [3]. Alla divisione disciplinare corrisponde la pericolosa frammentazione dell'essere umano e la sua malattia (mal-essere): ciò avviene quando il corpo diventa separato dalle emozioni, le quali sono separate dalla mente, che a sua volta è separata dallo spirito... La conseguenza più immediata ed evidente nel campo dell’educazione risiede nella perdita della gioia d’imparare, di trasmettere la conoscenza, e più in esteso, nella gioia di vivere. La mia tesi è che l’educazione può riportare gli esseri umani a questo stato di gioia naturale, che è la vera essenza dell'essere. Educare alla gioia è possibile, gli esempi esistono e sono riproducibili. All'interno di questa rubrica, nei prossimi articoli parleremo in primo luogo dell’esempio dell’educazione integrale. [1] L'etimologia greca e latina della parola crisi fa riferimento sia ai concetti di 'decisione' che di 'scelta'. Si può così far fronte alla crisi e superarla, oppure soccombere ad essa. La stessa idea è presente nell’etimologia cinese, dove la crisi, Ji Wei significa sia 'pericolo' che 'opportunità', una situazione paradossale, che permette tuttavia un cambiamento positivo. In questo senso, la crisi racchiude un potenziale di rinnovamento. [2] Come afferma il professor Basarab Nicolescu, direttore del CIRET, il Centro Internazionale di Ricerca Transdisciplinare, che cita i dati della National Science Foundation - , agenzia che sostiene la ricerca scientifica fondamentale NSF. [3] Morin Edgar, Introduction à la pensée complexe, Seuil, 1990

Commenti

Sono proprio contenta di essermi imbattuta in questo blog poiché sto portando avanti una ricerca sull'educazione e da poco sono venuta a conoscenza di Sri Aurobindo e le sue scuole. Sto lavorando per aprire una scuola chiamiamola democratica alla Summerhill, ma la vorrei integrare con degli aspetti spirituali e Krishnamurti e Sri Aurobindo sono tra le figure che mi hanno più colpito. Per chi fosse interessato il progetto ha un sito mukti.it Non vedo l'ora di leggere altre articoli.
Irene, 25-01-2011 04:25

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