Influencer: come spillare soldi al prossimo senza alcuna qualità e senza fare nulla

Influencer, cioè coloro che influenzano: già il nome dovrebbe suscitare sospetto. Qualcuno che vuole influenzarci molto probabilmente ha interessi in gioco e vuole approfittare di noi. E gli "influencer" riempiono schermi e pagine, soprattutto in questi giorni...

Influencer: come spillare soldi al prossimo senza alcuna qualità e senza fare nulla

Gli influencer sono quei personaggi famosi o con un seguito in rete (non certo per meriti culturali, per i loro valori o perché si  prodigano disinteressatamente verso il prossimo) che si fanno ritrarre o si ritraggono in foto o in video in vari momenti della loro vita pubblicizzando in maniera più o meno esplicita questo o quel prodotto. Una specie di Grande Fratello e Truman show in cui vivono una vita di plastica mascherata da vita normale.

Non hanno alcuna qualità e non fanno alcuna attività degna di nota o di qualche utilità, in pratica sono dei moderni venditori con nessuna capacità se non quella di convincerci a comprare prodotti per poi impressionare gente che non ci ama (come dice giustamente Simone Perotti).  

Seguire personaggi del genere per sapere che calzoni portano o che profumo si mettono, è una delle tante conferme del nostro essere “non sapiens”. In un mondo sano gli influencer non esisterebbero visto anche il loro contributo all’aumento della produzione di rifiuti e di inquinamento ambientale e mentale. Ma siamo nel regno del non senso e quindi gli influencer fanno soldi a palate grazie a quello stesso popolo che è disoccupato, alla fame, e non sa come arrivare a fine mese.

Sarà; ma se tutto ciò fosse vero, di questi personaggi non ce ne dovrebbe essere nemmeno uno, tanto è lo spregio a simili disgrazie che si dice colpiscano milioni di nostri connazionali. Gli influencer non fanno assolutamente nulla di costruttivo, favoriscono lo spillar soldi alla gente, hanno un successo notevole e su qualsiasi media si viene bombardati dalle loro gesta; non hanno alcun pudore o amor proprio nel far vedere video o foto di qualsiasi cosa fanno.

La nascita di un figlio (magari il neonato potrebbe anche non essere d’accordo a fare il burattino a fini commerciali, ma loro se ne fregano), il matrimonio, i flirt, i litigi, i divorzi, gli screzi con gli amici, i commenti sulle cose più inutili e assurde e così via in un crescendo di intelligenza e profondità da far sfigurare i più grandi filosofi dell’antica Grecia.

Nessuna vergogna a fare diventare la propria vita una vetrina, anche perché proprio grazie all’aver perso qualsiasi dignità per se stessi, guadagnano un sacco di soldi. A questo punto ci si chiede: ma con tutta la gente che fa cose intelligenti, interessanti, che si impegna per gli altri e di cui  si sa poco o nulla, possibile che soggetti del genere debbano essere seguiti ed emulati da migliaia di persone? Con simili esempi non è una sorpresa che l’Italia sia culturalmente nella situazione disastrosa in cui si trova.

Ci sono italiani, politici e non, che non vogliono gli immigrati perché dicono che lo Stato non deve dar loro nemmeno un centesimo e preferibilmente meglio lasciarli annegare in mare. Quegli stessi italiani però buttano soldi anche per arricchire chi ci vende ogni schifezza. Questo è il vero scandalo, non certo che qualche disperato cerchi di sfuggire a guerre, fame e disperazione ed è fortunato se gli arriva una briciolina dalla nostra tavola imbandita. 

Abbiamo influencer che imperversano e ci permettiamo pure di scagliarci contro i più deboli e in difficoltà. Ci interessano i soldi? Si smetta innanzitutto di darli ai veri parassiti della società.

Quando ci si chiede perché ci stiamo suicidando a livello planetario, le risposte sono assai semplici, basta guardare chi influenza chi e la risposta è presto servita. Finché influencer in varie forme e tutto il circo della pubblicità, che in grandissima parte vende letame ben presentato, avrà così tanto potere e ascolto, sono poche le possibilità di salvezza. Quando tali individui inizieranno ad essere considerati e trattati per ciò che sono, allora forse qualche possibilità di salvezza potremmo ancora avercela.

Volete capire come si cambia veramente in meglio la propria vita nel rispetto di se stessi e del Pianeta? Allora venite al PeR in Umbria il 29 e 30 settembre. Lì si fa sul serio!

 

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