L'Italia fermata dagli scioperi. È "vento di cambiamento"?

L'Italia si sta svegliando. O così potrebbe sembrare osservando l'ondata di proteste, manifestazioni, scioperi. Ma da questi fermenti può nascere un vero e autentico cambiamento? O siamo forse di fronte alla riedizione di moti e momenti già vissuti più volte nello scorso secolo? E se così fosse, non potremmo e dovremmo cercare nuove vie al cambiamento?

L'Italia fermata dagli scioperi. È

L'Italia si sta svegliando. O così potrebbe sembrare osservando l'ondata di proteste, manifestazioni, scioperi. Prima il Movimento dei Forconi in Sicilia, poi i taxisti a Roma, poi i camionisti e ora le diverse categorie. Tutti in piazza contro qualcosa. Spesso con ragioni e sentimenti e necessità più che condivisibili.

Ma da questi fermenti può nascere un vero e autentico cambiamento? O siamo forse di fronte alla riedizione di moti e momenti già vissuti più volte nello scorso secolo? E se così fosse, non potremmo e dovremmo cercare nuove vie al cambiamento?

Iniziare da un percorso di proposta, da un incontro tra le istanze dell'individuo e quelle della comunità, dal provare a cominciare dal noi, prima che dal loro, dal me, prima che dal te.

Cambiare, cambiare, cambiare... Questa parola, nell'anno della fine dei calendari, è più abusata che mai.

Ma cambiare cosa? Andare verso cosa? Per responsabilità di chi?

E' chiaro che la situazione e il momento storico sono complessi e richiedono quindi soluzioni e analisi complesse. Ma forse se ripartiamo dalle basi, se proviamo a rimetterci in gioco come esseri umani, come cittadini, come "batteri" che concorrono alla vita (o alla morte) di un unico grande organismo chiamato Pianeta Terra, possiamo trovare davvero soluzioni idonee, adatte, funzionanti.

Spesso cerchiamo le soluzioni laddove si sono generati i problemi. Ma da là non arriveranno. Non è scientificamente possibile.

Nuovi approcci dunque. Ai problemi economici e a quelli personali.

E' meglio abbassare il prezzo dei carburanti per gli autotrasportatori o aumentare il trasporto merci su gomma? Meglio avere più taxi o più mezzi pubblici? Meglio scendere in piazza contro qualcuno o incontrare persone con cui lavorare per qualcosa?

La permacultura, le transition town, i comuni virtuosi, l'home schooling, l'autoproduzione, il volontariato, ecc ecc ecc

Sono tante, davvero tante le modalità positive di vivere il cambiamento. E se vogliamo, possiamo praticarle. Divertendoci.

Per approfondire questi temi ti consiglio di leggere alcuni articol:

La vera rivoluzione non chiede soldi né petrolio

Editoriale Partito dalla Sicilia ed estesosi ora nel resto d'Italia, lo sciopero del Tir sta svelando la fragilità della nostra società, impreparata ad affrontare l'indisponibilità di mezzi e risorse. È questa, dunque, la rivoluzione?

La Sicilia e il Movimento dei Forconi

Lavoro: dal sogno all'incubo. Il caso della Sigma-Tau di Pomezia

Quale Italia salva il 'decreto Salva-Italia'? Risponde 'Sbilanciamoci!'

Ma prima di lasciarti voglio invitarti a leggere il "post" della nostra Marina, che dopo un terribile incidente è tornata a scrivere sulle nostre pagine.

Persone come lei DIMOSTRANO che i problemi, le angosce, il fato, sono concetti totalmente relativi. Chi vuole può. Non ci sono scusanti.

GRAZIE MARINA.

Daniel Tarozzi

Rinascita (di Marina Díaz i Jurne)

Notte buia di novembre. 3.30 a.m. Sono i giorni dell’alluvione e lassù in montagna piove e c’è la nebbia fitta. Niente luna, niente stelle. È la notte di un giorno mistico per alcuni, un semplice venerdì per gli altri. È la notte dell’undici undici duemilaundici. Comunque sia, la notte di una lunga giornata di lavoro in ristorante per la ragazza che verso le 3.25 a.m accende il pandino bianco e imbocca la stradina che passa a destra della chiesetta del paese. C’è soltanto 1 km fino a casa, poca cosa.

Ma stasera la ragazza non ci arriverà, a casa. Non si sa come mai (magari la nebbia, magari un’animale…) a un certo punto la macchina invade il senso contrario della carreggiata e finisce in un burrone di almeno 10 metri di altezza. Fa qualche capovolta e si ferma in bilico con un altro dislivello, quasi per precipitare ancora. Il pandino rimane lì e la ragazza, in uno stato di semicoscienza, esce dalla macchina. Non ricorda né ricorderà niente, nessuno si spiega né si spiegerà come, ma esce. L’istinto di sopravvivenza nel suo stato più puro.

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