Libero spirito o spirito libero?

Forse il modo migliore per rendere omaggio alle donne e agli uomini che nel passato intrapresero il cammino nella libertà dello spirito risiede proprio "nella capacità di rendere attuale il senso e il valore di una simile scelta, declinandola innanzitutto in prima persona, sapendo riflettere con la necessaria determinazione ma con altrettanta lievità intorno ad una sola domanda: dove soffia attualmente lo spirito libero?".

Libero spirito o spirito libero?
L’espressione 'spirito libero' la troviamo utilizzata per lo più in riferimento a persone di ampie vedute, insofferenti al conformismo e a forme di pensiero rigide. Ma l’espressione 'libero spirito' non dice solo questo, indica qualcosa d’altro, allude a qualcosa di più. Vi è innanzitutto un rimando storico. Nel basso medioevo esistevano e operavano in diversi luoghi d’Europa i fratelli del libero spirito: dalla Francia ai Paesi Bassi, dalla Boemia all’Italia, vagavano di paese in paese professando la presenza dello Spirito santo che li pervadeva e li rendeva puri. A partire da ciò si ritenevano liberi da ogni istituzione e da ogni autorità ecclesiastica. Non solo: quello che è interessante - riguardando con gli occhi del presente fatti che appaiono così lontani - è che il libero spirito assunse la forma di un movimento: popolare, orizzontale, a volte sotterraneo, non quello di una nuova chiesa, con tanto di dogmi e gerarchie, da contrapporre a quella di Roma. A questo indirizzo, assai diversificato al suo interno, sono legati i nome e le vicende di tanti uomini e donne, da fra' Dolcino a Margherita Porete (il primo può venire considerato un precursore della teologia della liberazione, la seconda un’antesignana della teologia femminista) e di tante altre figure di quella indimenticabile esperienza invece troppo facilmente consegnata all’oblio. Dando vita a questa rubrica non è però nostra intenzione compiere un lavoro di ricognizione storica rivolto a una ristretta cerchia di eruditi. Tutt’altro. Crediamo invece che il modo migliore per rendere omaggio alle donne e agli uomini che nel passato intrapresero il cammino nella libertà dello spirito risieda proprio nella capacità di rendere attuale il senso e il valore di una simile scelta, declinandola innanzitutto in prima persona, sapendo riflettere con la necessaria determinazione ma con altrettanta lievità intorno ad una sola domanda: dove soffia attualmente lo spirito libero? Si parla tanto oggi, a volte anche a sproposito, di ritorno del sacro e della questione religiosa, ritrovando tale tendenza in avvenimenti diversi: nella diffusione delle pratiche meditative e contemplative orientali; nella riscoperta di un rapporto di rispetto e venerazione nei confronti della natura; nella ricerca di uno stile di vita appartato, sobrio e solidale; comunque lungo le direttrici di una ricerca compiuta in prima persona, spesso fuori dai quei canali istituzionali che hanno fin qui costituito l’unico luogo dove poter esprimere queste domande. Anche se c’è tutta la consapevolezza di quanto sia importante a volte tornare a riprendere in mano i testi classici delle grandi religioni e confrontarsi in modo diretto con quelle parole che possono confortare, così come altre volte possono divenire un’utile e feconda provocazione. È nostro desiderio contribuire con queste pagine a riflettere su tutti questi temi, settimana dopo settimana, nella teoria come nella pratica quotidiana - come abbiamo già detto -, per costruire insieme un dialogo religioso vero, aperto, plurale, dove l’attributo 'religioso' possa realmente indicare non questa o quella confessione religiosa, ma, prima di tutto, la religiosità inerente al dialogare stesso di noi esseri umani che sentiamo il bisogno di interrogarci sulle fondamentali questioni del vivere e del morire. E allora ben vengano articoli, interviste, traduzioni, recensioni, lettere: questo e altro potrà essere ospitato su queste pagine. Una pluralità di forme espressive per dire la pluralità delle vie di ricerca. Certo, tutto questo accade sul web, ci troviamo in una comunità virtuale, ne siamo consapevoli e ne apprezziamo vantaggi e pericoli; in fondo è uno dei tanti 'segni dei tempi' con cui misurarci e con cui fare i conti; il punto d’approdo resta comunque la comunità reale, l’insieme dei viventi di cui sentiamo di fare parte fino in fondo e a cui pensiamo di renderci utili fornendo strumenti di riflessione, che valorizzino dovutamente, fra le altre cose, la cultura libertaria ed eretica, per un cambiamento individuale e collettivo davvero concreto e rivoluzionario. La resurrezione è adesso.

Commenti

La comunicszione libera è una vecchissima realtà questi uomini li chiamavano CANI SCIOLTI. Tanto è vero che anche nelle religioni c'è il LUPO ci sono le PECORE e c'è il buon PASTORE ma il famoso CANE PASTORE che fine ha fatto. Auguri ragazzi e ricordastevi che cane che abbaia non morde.
Maurizio, 25-02-2011 10:25

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