Operazione Socrate 2.0. Comunicato n.8: Fango

Da un paio d’anni molte cose sono cambiate e osservo tante novità; tutti parlano di una nuova malattia che colpisce chi non ha avuto la fortuna di vivere nel fango e rinforzare il proprio sistema immunitario tra una malattia esantemetica e una bronchite, un acquazzone tropicale e una gelata invernale, facendo aerosol nelle discariche abbandonate tra un rifiuto tossico e il percolato.

Operazione Socrate 2.0. Comunicato n.8: Fango

Ho 35 anni. Se dovessi dire quale sia stata la costante della mia vita sino a oggi, mi vengono in mente due sole cose: il fango e i libri.

Di fango ne scorreva a fiumi nella favela in cui sono nato, ha accompagnato ogni momento della mia vita, come un amico silenzioso ma sempre presente. Anche quando sniffavo vapori di vernici e solventi capivo che l’effetto era finito quando mettevo a fuoco il fango.

Finita, non so nemmeno io come, la fase dei solventi ed evitato il reclutamento di un paio di giovani preti a caccia di figli di Dio cui insegnare i segreti del sesso tra un rosario e l’altro, ho trovato, in un cassonetto, dei libri di scuola. Un’intera serie dalla prima elementare fino alle superiori.

Scienza buttata nel cassonetto sbagliato da qualche seguace di Greta che, trasferendosi, non aveva potuto fare la differenziata ma non poteva non partecipare a quelle cose da ricchi che chiamano manifestazioni, in cui ci si fanno tanti selfie, si sventolano bandiere e si torna soddisfatti a casa. Come accade nei paesi dopo la messa domenicale in cui i mariti confessano di aver violentato la moglie, picchiato i figli ma ottengono l’assoluzione urbi et orbi dal collega che li ascolta, così possono mangiare tranquilli un bel piatto di bucatini all’amatriciana e l’abbacchio scottadito.

Siccome dal letame e dal fango nascono i fiori, ho deciso seduta stante che tutti quei libri erano una grande opportunità di riuso della scienza.

Invece di portare i libri al macero (mi avrebbero dato 2 dollari perché erano veramente tanti) li ho tenuti con me e nello sgabuzzino sotto il ponte della ferrovia ad alta velocità in cui vivo da qualche anno ho cercato delle vecchie candele, di quelle che usano nei film per le scene romantiche, e ho iniziato a studiare. Avevo imparato a leggere nei mesi passati con i ragazzi di Save The Children e la cosa m’è tornata utile. Inizialmente non capivo come tante cose potessero stare nella testa di una persona…

Scoprii poi che stavo ripercorrendo le gesta di due grandi scesi sulla terra perché li aveva mandati Dio: gli imprendibili e insuperabili Blues Brothers, anche loro vivevano (soprattutto dormivano) in simbiosi con i treni.

Imparai anche a scrivere ma, soprattutto, amavo leggere, cosa che non ho mai smesso di fare.

Sono diventato un abisso di scienza. Con l’esperienza fangosa di chi vive per strada ogni momento. Ho letto tutto quello che mi capitava a tiro a seconda dei cassonetti dei quartieri in cui mi trovavo, prediligendo le aree universitarie e i college.

La mia è una scienza riciclata, scopro le cose sempre qualche giorno dopo, ma le ricordo tutte, senza eccezioni.

Conosco a memoria intere Costituzioni, Trattati, accordi internazionali: sono i più buttati fra le pubblicazioni. Conosco gli statuti, ma ho anche una robusta conoscenza della Storia e della Ricerca Scientifica, quella vera a seria, non quella da operetta, narrata sui social (non ho smartphone) con semplificazioni iperboliche.

Nel mio vivere passo da un testo originale all’altro, anche loro, come gli altri sono tra i più buttati.

Ormai tutti studiano sulle sintesi e vivono alle spalle di chi fa ricerca davvero, senza capire l’intimo pensiero dei Padri di ogni Scienza.

Invece di addentare un’arancio o una mela, oggi si preferiscono i succhi di melograno papaia, mango e kiwi, tapioca e pescanoce (ovviamente tutti in dosi adeguatamente diluite). Va di moda la cultura in dosi omeopatiche, per abituare gli organismi a una conoscenza non invasiva né stringente…

E’ come vivere di una vita altrui, sufficientemente annacquata e lontana da evitarci traumi come Valori, Codici e Scelte. E’ tutto semplice e va tutto bene. Bobby Sands è morto di dissenteria, Bob Kennedy ha inciampato battendo la testa e Gandhi era nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Da un paio d’anni molte cose sono cambiate e osservo tante novità, tutti parlano di una nuova malattia che colpisce chi non ha avuto la fortuna di vivere nel fango e rinforzare il proprio sistema immunitario tra una malattia esantematica e una bronchite non curata, un acquazzone tropicale e una gelata invernale, facendo aerosol nelle discariche abbandonate tra un rifiuto tossico nascosto in scatole di cartone e il percolato.

Noi, figli del fango, stiamo vivendo un momento di gloria. Noi siamo la Gloria e la Moltitutdine. Adesso ci curano addirittura con farmaci da 3 dollari che costano troppo poco per i ricchi, ma funzionano. Così non dobbiamo farci la doccia prima di ricoverarci per non sporcare i letti o lasciare scie maleodoranti nei corridoi degli ospedali.

Assaporiamo l’inebriante aroma del potere di chi, come i Monatti, di cui ho letto in un libro sul matrimonio, raccoglieva cadaveri e rimaneva immune.

Noi, figli del fango, osserviamo quanto accade con distacco, percependolo dalla nuova qualità dei rifiuti, dal nuovo stile di consumo, partendo dalle tante scatole con il sorriso a freccia che invadono ogni condominio, portano a domicilio ogni sogno, ogni desiderio opportunamente imbottito e protetto.

Noi, figli del fango, teniamo il conto dei posti in terapia intensiva per cui, fino a un paio d’anni fa, il limite naturale era l’80% (altrimenti i medici restavano senza lavoro) e ora, a parità di letti, l’allarme terapia di sovraffollamento scatta al 15%, così i medici possono curare meglio trombosi, aneurismi, miocarditi, pericarditi e altre affezioni che prepotentemente stanno prendendo piede nel nuovo corso della salute dei ricchi. Insieme a strane influenze con complicazioni polmonari di cui proprio non ci si spiega l’origine perché i ricchi fanno parte del programma “una puntura ogni 4 mesi e tutto passa, specie se esci poco, vedi meno persone e non aliti” e queste influenze non dovrebbero più venire.

Noi, figli del fango, sappiamo che domineremo il mondo, l’ho capito quando trovai tutti quei libri nel cassonetto tanti anni fa: era un segno della Provvidenza.

Ora che ho 35 anni e non ho mai usato uno smartphone né fatto una visita medica, ho tutti i denti sani (magari un po’ storti), ci vedo benissimo, corro come il vento, mangio solo rifiuti dei ristoranti chic senza glutine perché i fritti e gli hamburger mi danno fastidio: ora so essere invisibile, ma sono Moltitudine.

Sono la Moltitudine dei meno 1000 dollari di reddito pro capite, quella che spaventa perché farà la differenza ma che non invaderà mai posti in cui ci sono organismi deteriorati e contagiosi. Non invaderà mai luoghi belli solo in apparenza ma ormai deserti, non invaderà resort e piscine.

La Moltitudine se li prenderà uno a uno per assenza di clienti e gestori.

La Moltitudine è paziente, ha percepito il cambiamento nelle discariche e non ha fretta.

Il messaggio di oggi è:

Cosa ci fa un papero malato con un’utenza facebook?

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Comunicato n.7. Il G20 e l'Ordine dei Faraoni

Comunicato n.6. istantanee per collocarci nella Storia e ripartire sui binari giusti

Comunicato n. 5. Ogni giorno ognuno di noi è moltitudine

Comunicato n. 4. Preghiera della Rivoluzione Bianca

Comunicato n. 3. La rivoluzione dei cotton fioc

Comunicato n. 2. Tutti sono indispensabili

Comunicato n. 1

 

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