Una ragazza nel bosco e noi, dispersi nel cemento

Come si può aver cura di ciò che non si vede, di ciò che si è cancellato, che al proprio sguardo non esiste? Solo cancellando la consapevolezza del reale si può vivere nel modo in cui viviamo oggi.

Una ragazza nel bosco e noi, dispersi nel cemento

Come si può aver cura di ciò che non si vede, di ciò che si è cancellato, che al proprio sguardo non esiste?

Filippo Schillaci, nel suo bellissimo articolo "Una ragazza nel bosco, cronache oltre il frastuono", si pone questa domanda, solo apparentemente banale. E invece, solo cancellando la consapevolezza del reale si può vivere nel modo in cui viviamo oggi. Quasi ogni nostra azione è basata sul dolore altrui. Quando accendiamo il riscaldamento, ci muoviamo in auto, compriamo prodotti industriali nei supermercati, crediamo di compiere gesti innocui mentre in realtà stiamo finanziando le guerre del medioriente, l'inquinamento dei nostri fiumi, la devastazione delle nostre forteste, il massacro delle comunità indigene e così via.

Ma lo facciamo inconsapevolmente. Tutto ciò che è "spiacevole" è stato progressivamente allontanato dalla nostra vista. Le fabbriche sono state spostate in paesi "in via di sviluppo", i cadaveri degli animali - che prima venivano puliti nelle abitazioni sporcandosi le mani di sangue - sono stati trasformati in fettine di carne o scatolette di tonno, gli oggetti di uso quotidiano - che una volta venivano conservati con cura - sono diventati rifiuti.

Ed ecco che la natura, quella incontaminata che tutti sogniamo e che le pubblicità di automobili ci propongono di continuo, diventa qualcosa di astratto, di "diverso da noi". Qualcosa che si desidera in un lontano futuro, che si contempla in fotografia. Non ci rendiamo conto che ogni giorno contribuiamo a distruggere un altro pezzo di quella "natura" tanto amata e non ci rendiamo conto che noi ne siamo emanazione e parte e che distruggendola non facciamo altro che distruggere la nostra casa.

Mi rendo conto che questo possa sembrare un discorso un po' retorico. Ma è così? Vediamo alcune delle notizie pubblicate questa settimana su Il Cambiamento.

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Ad una prima lettura, tutte queste notizie ci fanno esclamare "ecco! In che mondo schifoso viviamo. Siamo impotenti mentre i politici e le multinazionli si arricchiscono sulla nostra pelle". Ma se ci pensiamo bene, siamo noi a permettere tutto ciò. Lo permettiamo col nostro silenzio, con la nostra pigrizia quotidiana che ci porta a lamentarci tanto ma a fare poco per cambiare davvero le cose. Siamo pronti ad attaccare il nemico quando si tratta di tirare le pietre, ma facciamo molta più fatica a combatterlo quando vive dentro di noi. Come diceva il grandissimo Giorgio Gaber, "non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me!"

E' molto facile prendersela col mondo che non funziona. Ma chi usa in modo indiscriminato l'energia? Chi permette ai "poteri forti" di ingannarci quotidianamente? Abbiamo delegato tutto. Non sappiamo niente. Non conosciamo ciò che mangiamo, non abbiamo idea di cosa ci sia dentro uno shampo o un detersivo, non immaginiamo l'origine dei prodotti che acquisitiamo in un centro commerciale o da un cinese.

Certo, è "il sistema" che vuole che sia così. E' il sistema che ci spinge ad agire nella non conoscenza. Ma noi lo permettiamo. Ci nascondiamo dietro a vite piene di nulla, eternamente in corsa per lavorare e produrre, senza fermarci a riflettere sul senso di ciò che facciamo. E invece oggi è possibile sapere. Faticoso forse, ma di certo possibile.

E allora proviamo a informarci. Proviamo a ridare senso ai nostri gesti, ai nostri acquisti. Chiediamoci cosa si nasconde dietro una vaschetta di plastica o un cibo precotto. Rifiutiamo le buste di plastica nei supermercati, gli imballaggi inutili, i cibi basati sugli allevamenti intensivi. Ristrutturiamo le nostre case, quando possibile, per far sì che consumino meno energia e comunque cerchiamo di limitare gli sprechi.

Insomma, facciamo il possibile. Senza troppa angoscia o troppo dolore. So bene che è difficile cambiare stile di vita o anche semplicemente abitudini. Ma so anche quanto sia difficile vivere nel modo in cui siamo abituati, tra rumore e stress, tra code di macchine e pochi sorrisi, tra asfalto e cemento, ingiustizie e soprusi.

Cambiare si può. Bisogna volerlo, bisogna agire per farlo. Ma si può fare e se lo facciamo insieme è più facile e più bello.

Daniel Tarozzi

QUESTA SETTIMANA SUL CAMBIAMENTO

L’energia che ho in mente: come scegliere il fornitore di gas ed elettricità

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PAEA CONSIGLIA

Adesso Basta! Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l'ha fatta

Se niente importa: perché mangiamo gli animali?

UN PAIO DI APPUNTAMENTI

Greenergy Expo 2010 - "Produrre energia risparmiando il Pianeta"
17-19 novembre a Fieramilano, Rho

Geotermia, biomasse, industria del pellet, biogas, cogenerazione, mini idroelettrico, energia verde, biocarburanti e mobilità sostenibile. Ci trovate lì con uno spazio espositivo, dispositivi di risparmio idrico ed energetico, kit didattici, libri e giochi solari e con lo sportello InformaEnergia.

Corso per operatori didattici "La diagnosi energetica a scuola"
Mercoledì 1° dicembre, Correggio (RE)
Percorso di formazione per insegnanti e operatori didattici sugli usi della valigia E-Check per effettuare diagnosi, monitoraggi e pratiche di risparmio energetico a scuola coinvolgendo studenti e docenti.

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