Natale? Ma che è?

Ci siamo! Si sta per celebrare anche quest'anno il Natale. Mentre in gran parte del paese diluvia e la corsa all'ultimo regalo impazza, le pancie si preparano alle grandi abbuffate, i parenti che non sopportiamo sono pronti ad accoglierci e milioni di imballaggi, ottimo cibo e improbabili regali saranno trasformati entro poche ore in spazzatura. Ma che fine ha fatto il senso del Natale?

Natale? Ma che è?

Ci siamo! Si sta per celebrare anche quest'anno il Natale. Mentre in gran parte del paese diluvia e la corsa all'ultimo regalo impazza, le pancie si preparano alle grandi abbuffate, i parenti che non sopportiamo sono pronti ad accoglierci e milioni di imballaggi, ottimo cibo e improbabili regali saranno trasformati entro poche ore in spazzatura.

Ma è questo il Natale? "Ma no", mi dicono in molti. Il Natale è una festa religiosa, celebra la nascita di Gesù! "Ah sì? Ok, ma allora perché addobbi un albero? Perché celebri la nascita fagendo agonizzare un pino nel tuo salone o producendo quintali di rifiuti?"

Gesù non era nato in una grotta? Non è il massimo simbolo della sobrietà?

"Ma no", mi risponde qualcun altro! Il Natale è una festa pre-cristiana. Si festeggiava la fine dell'inverno e il trionfo della luce sul buio. "Ah sì? Ma allora perché fai il presepe? Conosci la simbologia che sta dietro l'albero? Perché celebri il trionfo della luce procudendo quintali di rifiuti e abbuffandoti di cibo?"

Ok, non dico che sia per tutti così, ma vi giuro che quando passeggio per la mia città (Roma), la sensazione che milioni di persone compiano dei gesti in modo totalmente automatico e non consapevole mi travolge.

Mi chiedo: in quanti sanno cosa stanno facendo? In quanti conoscono il simbolo dell'albero di Natale o fanno il presepe perché ci credono? In quanti si domandano che fine faranno gli imballaggi dei regali? Perché per festeggiare bisogna mangiare più del necessario? Perché si fanno regali anche a persone di cui non ci importa niente? Chi ci obbliga?

Io non sono contrario alla festa del Natale. Amo i rituali, amo il senso di gioia che può accompagnarsi a delle persone che si amano e si ritrovano per celebrare qualcosa. Ma non riesco più a muovermi senza chiedermi il perché delle cose, non riesco più a gioire se prima non sono certo che la mia gioia non si basi sulla sofferenza e sulla morte. Sofferenza di un albero, di animali allevati in modo atroce, di cinesi schiavizzati per produrre i nostri regali a basso costo, di foreste tagliate per incartare i pacchetti...

Allora, il mio invito, il nostro invito, è che questo sia un Natale all'insegna del Cambiamento! Cerchiamo di fare solo ciò che ci va. Rifiutiamo le convenzioni, facciamo regali solo a chi abbiamo voglia di farli. Incartiamoli con dei vecchi giornali. Quando è possibile, regaliamo il nostro tempo, la nostra attenzione. Interroghiamoci sul senso dei nostri gesti. Riscopriamone la sacralità. E, almeno per queste "feste", proviamo a preparare un pasto che non sia basato sul dolore e sulla tortura.

Vi lascio ad una serie di approfondimenti sul tema.

Buon Natale di rinascita!

Daniel Tarozzi

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