Operazione Socrate 2.0. Comunicato n. 11. La Rana sta bollendo

Qui da noi il popolo è al servizio delle istituzioni, non può criticare deve semplicemente obbedire. Siamo l'unico popolo al mondo che non ha fatto niente per combattere le malattie, abbiamo governanti seri che le fanno guarire de iure, abbiamo anche ridotto medici e sotto occupiamo i posti letto perché è colpa del popolo se i cittadini si ammalano. Grazie a tutto questo tempo libero in tanti hanno deciso che è ora di uscire per strada e diventare Pasquini (P. Ruiz - Cronache della peste peruviana, Lettere e scritti corsari. Ed. Pasolini & Co 2036, Qui e li.).

Operazione Socrate 2.0. Comunicato n. 11. La Rana sta bollendo

Come ogni leader che si rispetti mi sono reso conto che la mia età è tale per cui posso anche essere definito Patriarca (anche perchè sono nato lo stesso giorno e lo stesso mese di Fidel Castro, ma qualche anno dopo) e, come ogni Patriarca, oggi racconterò una favola.

Il Gran Visir di Paperopoli ed i 10 milioni di paperini svedesi

C'era una volta un papero molto più papero di tanti altri, aveva un carattere forte e sornione e si era formato all'ombra di un cigno nero. Venne nominato Gran Visir e, come primo atto, offese il sultano di un paese vicino regolarmente eletto: così facendo offese tutto un popolo, ma a un Gran Visir tutto è permesso.
Il Gran Visir  si circondò di paperi dotti cui dette molto potere contornati da galline che starnazzavano e nulla più. Le galline, d'altronde, già c'erano e non poteva mandarle via ma tirargli un po' di becchime ogni tanto: sono di becco buono, a loro le briciole sembrano pagnotte.  
Una notte, alle tre, i timorosi galletti della guarnigione dopo mille tentennamenti raccolsero il coraggio a due zampe e svegliarono il Gran Visir.
"Cofa fuffede?", chiese con voce assonnata il Gran Visir.
Il galletto più coraggioso disse con voce squillante: "il Re di Svezia la cerca per una questione urgente" .
Il Gran Visir, chiese ad alta voce "pefchè il re di un paefe arretrato che non ufa farmaci feri e cura le malattie puntando sull'irrobuftimento dei fuoi cittadini come facevano i noftri nonni vuole parlare con me? Io devo dormire, domani ho una partita di monopoli con i galletti francefi cui non poffo mancare".
Insomma, dopo un po' di tira e molla, in Gran Visir di Paperopoli accetta di parlare con il Re di Svezia per puro amor di patria.
"Buongiorno Maeftà, cofa poffo fare per lei?", chiese il Gran Visir immaginando che uno tsunami avesse travolto Stoccolma oppure che la Volvo non fosse più quotata in borsa nonostante fosse diventata cinese. Tutto quello a cui aveva via via pensato non era paragonabile a quello che gli venne riferito al telefono.
Il re di Svezia, anche lui assonnato e un pò infastidito perchè al mattino aveva una gara di sci nordico rispose: "Gentile Visir, durante la notte 10 milioni di paperini hanno chiesto asilo in Svezia con somma urgenza per festeggiare il Natale con le vere renne volanti ma, soprattutto, per ammalarsi e guarire serenamente. Come lei sa, noi Re di Svezia nasciamo seri, viviamo seri e moriamo senza aver mai sbagliato. Stavolta, però, ho un dubbio deontologico perchè i miei cortigiani mi hanno spiegato che la Costituzione di Paperopoli non prevede esodi di massa di uomini e donne liberi, sani ed in buona salute, anche se i gufi (a Paperopoli i gufi sono giudici da secoli e secoli) non intervengono.
Caro Gran Visir, è corretto per un paese evoluto e sano come il mio accettare un travaso di scienza competenza e creatività mai visto al mondo fra due popoli? Una diaspora alla rovescia con un triplo salto mortale carpiato in avanti? Da quanto mi risulta non ci sono Curdi, Palestinesi, Ebrei, Armeni, Indios o Vichinghi che si sono mossi in cosi grande quantità". E aggiunse "Le nostre ambasciate sono prese d'assalto e i miei diplomatici non riescono neanche più a fare due passi da IKEA per respirare aria di casa"
Il Gran Visir di Paperopoli, famoso per la sua strafottenza, nel frattempo, si era circondato del suo governo di papere e paperi (le galline rimasero nel pollaio) rispose al Re di Svezia che non credeva sarebbe mai accaduta una cosa del genere. "A Paperopoli tutti ftanno bene, è ftatifticamente impoffibile che qualcuno fi ammali, neffuno ci farebbe quefto. Chi vuole andarfene lo fa perchè non ha capito quanto io lo ami. E poi, perfavore, non dica numeri inventati, mi dica i nomi dei 10 paperi e facciamola finita".  
Fu allora che ci fu il colpo di scena più inimmaginabile degli ultimi 2000 anni. 
Il Re di Svezia con i potenti mezzi che solo un re possiede inviò al Gran Visir di Paperopoli l'elenco nominativo dei 10 milioni di paperini che avevano chiesto asilo. 
Il Gran Visir ebbe un mancamento quando vide arrivare due TIR e scaricare le scatole contenenti l'elenco dei paperini e delle paperine stampato in 200.000 (duecentomila!!!) pagine con 50 nominativi. Neanche un maxi processo genera così tanta carta...
Ordinò immantinente di requisire i beni di tutti i richiedenti e, quando scoprì che si erano affidati tutti a un Trust con sede alle Cayman, di proprietà di 3 oligarchi russi, ebbe un vero e proprio crollo emotivo. Capì come si doveva essere sentìto Napoleone a Waterloo e Nonna Papera quando scoprì di non poter andare sulla luna per sopraggiunti limiti di età.
Quello che accadde dopo, cosa si dissero i due potenti nel seguito della telefonata non è dato saperlo, passarono su un canale criptato e le cicogne nei nidi sui caminetti non intercettarono più nulla.
Si racconta che il Gran Visir venne messo su un tappeto volante in preda a una violenta crisi di sdoppiamento della personalità (si trasformava da papera ad armadillo quasi istantaneamente). Non rimase di lui alcuna menzione nei libri di storia, venne cancellato come accadde per i Faraoni donna che governarono l'Egitto. 
Un pellicano, famoso per i suoi scoop, dice che ora è in un paradiso fiscale a bere tequila. 
I 10 milioni di paperini decisero che la migrazione di massa per questa volta poteva essere rimandata e si rivolsero alla medicina veterinaria con rinnovato slancio e immensa fiducia per arginare nuove epidemie di papera pazza. 


Stretta è la foglia, larga la via
dite la vostra che ho detto la mia.
Ora il nonno vi rimbocca la coperta, 
sposta i capelli dalla fronte, 
controlla la finestra e socchiude la porta
per tornarvi accanto in caso di brutti sogni.

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