Operazione Socrate. Comunicato n. 22 - Il Grande Sonno

Rompere gli indugi, superare le paure, raggiungere il letto e farsi un bel sonno. Ormai è chiaro anche ai criceti e ai ragni che il mondo s’è inesorabilmente diviso in due.

Operazione Socrate. Comunicato n. 22 - Il Grande Sonno

Rompere gli indugi, superare le paure, raggiungere il letto e farsi un bel sonno.

Ormai è chiaro anche ai criceti e ai ragni che il mondo s’è inesorabilmente diviso in due.

Da una parte il mondo evoluto forte di un sesto (sic) della popolazione mondiale: gli amanti della tecnologia, del versioning, dell’ultimo Iphone e del “meno male che c’è Twittwer che mi rimbalza su Facebook”, del "per fortuna c'è la Tesla". Purtroppo disattenti a dinamiche un po’ invadenti come OGM e che pur di sperimentare accettano anche farmaci antropofagi così posso andare a cena al ristorante o svoltare qualche balla di letame al lavoro. Costoro sono il gregge del Grande Reset.

Dall’altra parte i duri e puri, quelli di “Delenda Cartago”, che non accettano mezze misure e inesorabilmente cercano di essere autonomi e, per così dire autarchici. Loro sono quelli che “da quindici anni e forse più avevamo avvertito che le cose prendevano una brutta piega”. Costoro sono quelli del “Grande Risveglio” e sono gli altri cinque sesti della popolazione mondiale (anche senza Green Pass si fanno bei numeri!!!)

In mezzo c’è l’Italia, il paese del “Grande Sonno”. Quello concentrato sui sogni come le tribù del Suriname.

Qui da noi sogniamo di avere politici degni della nostra storia, in fondo siamo pronipoti di Cicerone e Giulio Cesare... Ma al mattino scopriamo di avere energumeni che offendono i loro omologhi quando invece dovrebbero costruire ponti. In un perfetto ed impareggiabile stile Bettola da Far West.

Sogniamo di avere economisti, in fondo Morandi, Caffè, Pareto non erano sprovveduti, per citare i primi tre che mi vengono in mente... Ma al mattino scopriamo di avere i maghi dell’autogol soprannominato “sanzioni” che sono come i vestiti a noleggio, reggono un po’ ma dopo un paio d’ore ti lasciano nudo, specie se li usi ad una partita di scacchi con chi di scacchi se ne intende.

Sogniamo di avere statisti quando Morfeo ci prende per mano e racconta di Mazzini, Matteotti, De Gasperi, Moro, Pertini. Ma poi ci svegliamo e scopriamo che la Costituzione è raggiungibile solo con un lettore che sappia interpretare un QRCode, neanche gli occhiali della settimana enigmistica, quelli che da bambini ci hanno fatto sognare perchè superano le pareti, riescono più a raggiungerla.

Sogniamo di far parte di una civiltà evoluta in cui violenza e guerra sono ricordi di barbarie antiche e poi, al risveglio mattutino tra un cornetto ed un babà, scopriamo che, per motivi difficilmente spiegabili ed ancor meno comprensibili, invece di parlare col bullo della classe e spiegargli che può esprimere diversamente il suo disagio, diamo un machete al piccolo succube, per difendersi nella migliore tradizione africana. Giustificando queste scelte con l’appartenenza a un’entità superiore e una riunione del consiglio di classe che procede astuto (di un’astuzia indegna e vile), aggirando (solo dialetticamente) leggi e regolamenti ormai indifesi.

Dobbiamo essere fieri e grati al Destino della possibilità di poter ancora dormire in Italia sonni per sognare.

Siamo la terza via vivente, i profeti indiscutibili ed inarrivabili del “domani vedremo” e del “tutto si aggiusta”.

Siamo la svolta storica dell’umanità, quella che si pone esattamente equidistante tra il Grande Reset ed il Grande Risveglio.

Siamo quelli che possono dire “non in mio nome” perchè dormivano.

L’importante è avere sempre a portata di mano tappi per le orecchie (evitano il fastidio delle bombe), una buona purga (a volte gli OGM sono indigesti) ed un defibrillatore condominiale (sembra che inspiegabilmente gli infarti aumentino a partire dal 2021, forse l’ansia di non essere una virostar ci sta consumando tutti).

Siamo la terza via, quella più avvolgente e conturbante, quella del Grande Sonno.

E ora scusate lo sbadiglio ma si è fatto tardi e non voglio perdermi Gandhi che ieri, mentre parlavo con JFK, mi ha anticipato che mi sarebbe venuto a trovare. 

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